Denotazione, metafora e connotazione tra ekphrasis e mélophrasis

Autori

  • Andrea Battistini

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2039-9715/11942

Parole chiave:

Ekphrasis, Mélophrasis, Verbalizzazione musicale

Abstract

La retorica classica designa col nome di ekphrasis la dettagliata descrizione verbale di un oggetto o soggetto concreto, ossia la conversione in parole di qualcosa che si intende far “vedere” ponendolo sotto gli occhi di chi legge. Campo privilegiato di applicazione sono le arti visive, la cui critica è chiamata a rendere con parole immagini vuoi reali vuoi di fantasia, traducendole dalla fissità del dato visivo alla sequenza temporale di un discorso verbale. Nel caso dell’arte musicale la ekphrasis punta a restituire in parole sequenze sonore a loro volta temporalmente orientate, e in ciò diverge dalla rappresentazione verbale delle arti visive, le quali vivono in una dimensione spaziale. Senonché in musica i significati, che pure esistono, non sono generalmente denotati secondo un sistema semantico determinato, e necessitano perciò di processi di transcodificazione e di prestiti lessicali.

Anche nella descrizione poetica di un’opera d’arte visiva (p.es. i sonetti in cui il Marino descrive, animandola e drammatizzandola, l’immagine della metamorfosi di Dafne in alloro nel gruppo marmoreo del Bernini) la ekphrasis può sfociare nella fioritura di tropi poetici che determinano un netto incremento semantico. Tale arricchimento del significato è addirittura ancor più necessario nella ekphrasis musicale, che tendenzialmente sposta l’oggetto della rappresentazione dal dato fisico-acustico, o dal sistema semiografico specifico, alle sensazioni che esso produce nell’ascoltatore. Di fatto la mélophrasis – così è stata di recente ribattezzata –, più che appuntarsi sul testo musicale, finisce per riguardare l’effetto suscitato, e dunque il fruitore e i di lui processi di interiorizzazione. Ne consegue un cospicuo slittamento dalla denotazione alla connotazione, mediante ampio (ma non per questo incontrollato) ricorso a procedimenti metaforici,  applicati vuoi alle immagini sonore della composizione, vuoi alle componenti prossemiche e ambientali dell’esecuzione, vuoi infine agli specifici fonosimbolismi offerti da talune partiture.

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Pubblicato

2020-12-22

Come citare

Battistini, A. (2020). Denotazione, metafora e connotazione tra ekphrasis e mélophrasis. Musica Docta, 10(1), 65–75. https://doi.org/10.6092/issn.2039-9715/11942

Fascicolo

Sezione

Focus – Traducimi la musica in parole: una sfida didattica e divulgativa