Silent Pasts and a Reconfigured Present in Histories of Chinese (New) Opera
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2039-9715/20904Parole chiave:
Opera, Opera cinese, Opera di Pechino, Cinesità, DramamturgiaAbstract
La ‘Nuova Opera Cinese’, emersa negli anni Quaranta, è diventata una parte significativa del repertorio performativo, un argomento di ricerca “caldo” e un tema imprescindibile per le indagini storiche sulla musica cinese. Il soggetto di queste opere spazia da eventi storici (come in Honghu Red Guards del 1958) a storie tratte da romanzi classici cinesi (come in Camel Xiangzi del 2014). La recezione critica ed estetica si è concentrata sulla predominanza di soggetti realistici e nella preoccupazione dei produttori di questo genere operistico di raggiungere un vasto pubblico. Questa enfasi sulle potenzialità commerciali delle arti è indice di come la secolarizzazione e il principio di utilità siano profondamente radicati nella cultura cinese contemporanea. Questo articolo esamina un terzo argomento del discorso estetico, particolarmente presente nelle narrazioni storiche dell’opera cinese: la lotta per differenziare l’opera cinese dai modelli occidentali.
L’immagine di ‘opera’ che emerge dalle considerazioni di cui sopra riconfigura questa forma di spettacolo per la pratica odierna, con il risultato che la storia dell’opera occidentale in quanto forza attiva viene meno o, nel caso dei modelli e delle influenze drammaturgiche, risulta distorta.
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