Alla scoperta della storia nella musica d’arte: esperienze di analisi percettiva
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2039-9715/20917Parole chiave:
Musica, Ascolto, Mozart, Classici, PresentismoAbstract
In ambito musicale, la trasmissione del sapere deve confrontarsi, soprattutto in Italia, con una diffusa mancanza di preparazione di base anche in contesti formativi di fascia elevata. L’autovalutazione delle competenze scolastiche pregresse, richiesta allo studente universitario, nell’ambito delle generali politiche valutative nazionali, spesso posiziona le discipline musicali in zona statisticamente critica. Questo avviene anche nel contesto di percorsi universitari umanistici non strettamente musicologici. In sede di analisi trasversale dei dati, l’inadeguatezza della preparazione percepita dallo studente rispetto agli studi universitari, se da un lato viene parzialmente tollerata come fisiologica, da un altro lato viene valutata come punto di debolezza, da contrastare con interventi mirati. Nello specifico, capita che, tra i correttivi possibili, al docente musicologo venga garbatamente suggerita la revisione dei programmi in prospettiva
‘presentista’. Invocando «presunti bisogni degli studenti», viene talvolta auspicato il ridimensionamento dei contenuti storico-musicali e dei repertori d’arte, in favore di una cospicua e manifesta attenzione per le più recenti tendenze della musica giovanile.
Può anche capitare che le discipline musicali, comunemente considerate distensive e piacevoli, quanto inessenziali, a fronte delle difficoltà rilevate vengano rimosse dai piani di studio non specifici. La saggia resistenza a facili derive presentiste, non esime il musicologo da una seria riflessione sul tema benessere formativo musicale nei giovani e negli adulti, o ancor meglio sulla corretta percezione delle loro spesso inconsapevoli competenze e potenzialità in materia. Spostando l’attenzione dai contenuti ai metodi e alle abilità trasversali, il contributo affronta questo tema, concentrandosi sul concetto di esperienza percettiva e maieutica, applicata e osservata in relazione alla fruizione di repertori d’arte in ambiti formativi avanzati, con cenni alla libera formazione degli adulti in ambienti professionali non umanistici.
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