Il rischio di erodere le basi dei diritti umani
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2039-9715/13975Parole chiave:
Diritti umani, Diritti universali, Relativismo, Cancel culture, Identità, OccidenteAbstract
Il contributo prende le mosse dal processo storico che ha condotto alla Dichiarazione universale del diritti dell’uomo dell’ONU (1948, ricalcata su quella del 1789) ed è proseguito con ’Dichiarazioni’ sempre più specifiche. Nel corso degli anni, con l’estendersi globale dell’ONU, i diritti proclamati nel 1948 sono sempre più apparsi come ’occidentali”’ più che ’universali’ e nuovi diritti sono stati reclamati dai paesi africani o asiatici, come i diritti riferiti alla famiglia o alla comunità anziché all’individuo. Nel frattempo, in Occidente l’espansione dei diritti originali a minoranze etniche, di genere o culturali è tornata a frammentare l’universalità dell’individuo soggetto di diritti. Individuato come bianco, maschio, eterosessuale, storicamente protagonista di dominio e subordinazione, il soggetto originale è sotto accusa. La ’cancel culture’ colpisce con ogni sorta di discriminazione e rimozione, perfino di iconoclastia, i protagonisti della cultura e della storia occidentale, fino a minare alle fondamenta i principii della stessa Dichiarazione del 1948 a cominciare da aspetti cruciali quali la centralità dell’individuo e della persona come titolare dei diritti umani. Il paradosso è che tale ’guerra culturale’ è mossa all’Occidente, non dall’esterno, come è altre volte accaduto nella storia, ma dal suo interno.
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