Voci non umane e orecchi per sentirle: concezioni a confronto nell’incipit della “Notte sul Monte Calvo” strumentato da Musorgskij e da Rimskij-Korsakov

Autori

  • Elisabetta Fava

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2039-9715/7616

Parole chiave:

il fantastico, orchestrazione, comunicazione musicale

Abstract

Gli studi sul fantastico hanno approfondito molto i meccanismi della narrativa, ma si sono occupati poco delle potenzialità del fantastico musicale, spesso lasciando intendere anzi l’impossibilità da parte della musica di esprimere quel senso di smarrimento e di vertigine comunemente riconosciuto come uno dei marcatori fondamentali del fantastico. Il presente intervento si propone di suggerire come focalizzare l’attenzione di un pubblico di ragazzi o studenti su elementi legati alla strumentazione, mettendo a confronto l’attacco di due differenti redazioni della stessa partitura (La notte sul Monte Calvo di Modest Musorsgkij nella versione dell’autore e in quella di Rimskij-Korsakov). Dalle differenze individuate emerge, inoltre, la capacità del linguaggio musicale di assecondare e manipolare la natura fantastica del brano e anzi, di valutare attraverso un lucidissimo impiego dei mezzi timbrici il limite fino al quale spingersi nel denotarla.

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Pubblicato

2017-12-29

Come citare

Fava, E. (2017). Voci non umane e orecchi per sentirle: concezioni a confronto nell’incipit della “Notte sul Monte Calvo” strumentato da Musorgskij e da Rimskij-Korsakov. Musica Docta, 7(1), 35–49. https://doi.org/10.6092/issn.2039-9715/7616

Fascicolo

Sezione

Articoli