Per una didattica della musica del Novecento: un percorso possibile
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2039-9715/4031Keywords:
Stravinskij, Sagra della primavera, didattica dell'ascoltoAbstract
Questo percorso didattico è concepito come ‘guida’ all’ascolto e all’analisi della sezione introduttiva e del primo quadro (Les augures printaniers. Danses des adolescentes) del Sacre du printemps di Igor Stravinskij: l’opera stravinskiana, annoverata tra le grandi partiture del Novecento, presenta infatti caratteristiche sonore immediatamente percepibili, che consentono anche all’ascoltatore non esperto di costruire con agio una propria ‘mappa mentale’ della composizione.
Il percorso si sviluppa come riflessione a vasto raggio, articolata in una serie di suggerimenti che potranno di volta in volta essere declinati in approcci didattici differenziati, calibrati sugli stadi d’età e di competenza dei discenti; al di là delle specifiche considerazioni sull’Introduction del Sacre e sugli Augures printaniers, con questo percorso si intende altresì avanzare un’ipotesi di lavoro: la pratica dell’analisi anche di poche pagine di una partitura come occasione per sviluppare un discorso di più ampia portata sugli elementi costitutivi del linguaggio musicale e sui procedimenti del comporre.
Dopo l’individuazione dei parametri principali della scrittura stravinskiana – ritmo, timbro, tessitura sonora – si ricostruiscono le ragioni storiche e culturali del radicamento della partitura del Sacre nelle tradizioni folkloriche dell’Europa orientale (russa bielorussa lituana) e si approfondiscono quindi taluni fondamentali stilemi del comporre di Stravinskij: dal ricorso all’ossessiva ripetitività dell’ostinato alla costruzione di percorsi formali di tipo paratattico, fondati sulla frammentazione e la discontinuità, sino al conseguimento di una nuova organizzazione del tempo musicale, sottratta alla direzionalità propria della musica di tradizione classico-romantica.
Il percorso si chiude con la proposta di ulteriori possibili approfondimenti, che vanno dalla considerazione del ruolo determinante della scala ottatonica per la costruzione stravinskiana di un inedito ‘sistema’ sonoro al confronto tra il sostrato mitico del Sacre e quello messo in atto da Thomas Eliot nel poema The Waste Land in cui il tema del risveglio della natura si tramuta nei temi opposti dell’impotenza e della morte e l’immagine della ‘terra desolata’ si fa cifra poetica della crisi del mondo moderno.
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